Illustrazione vettori Vecteezy

I disturbi del comportamento alimentare sono tra i disturbi psicologici più rinforzati dalla società.

Un esempio di questo rinforzo è il “Fat Talk”, un fenomeno sociale con una grande rilevanza anche in clinica: con questa espressione si fa riferimento alle “normali” affermazioni o battute che riguardano il corpo, il cibo e il peso. È una forma di auto-denigrazione, poiché colui che la pratica in genere critica il suo peso corporeo e la sua forma fisica, ma a volte si estende anche ad una modalità di giudizio nei confronti degli altri.

Alcuni esempi di Fat Talk sono: “Dovrei andare in palestra, sono una balena”, “Devo assolutamente perdere 5 chili”, “Questi pantaloni mi fanno delle cosce enormi”, “Stai benissimo, sei dimagrita?”, “Ha così un bel viso, se solo perdesse peso…”.

Il Fat Talk da solo non è sintomo di un disturbo alimentare, anzi è un comportamento che molto probabilmente abbiamo messo in atto tutti almeno una volta nella vita, soprattutto nel mondo femminile. È talmente considerato normale che nelle conversazioni di questo genere ci si aspetta che il nostro interlocutore risponda ponendosi sullo stesso piano, magari con un commento su di sé (Es: “Guarda come sono ingrassata”, “Ma no, tu sei bellissima, guarda io che pancia che ho!”)

Tuttavia, esiste una correlazione positiva tra il Fat Talk e l’insorgere di disturbi alimentari: chi è più portato a fare affermazioni riguardanti il corpo e il cibo, è più probabile che sviluppi un disturbo dell’alimentazione. In effetti, il Fat Talk presenta delle caratteristiche di base che sono comuni ai disturbi alimentari, che sono: preoccupazione per il peso e la forma corporea, attenzione focalizzata sui pensieri che riguardano il cibo, sentimenti di inadeguatezza e fallimento.

Inoltre, questa modalità di comunicazione ha un impatto negativo diretto sul modo in cui la persona si sente riguardo se stessa e il proprio corpo, e contribuisce a mantenere e diffondere una cultura grassofobica e centrata sul valore della magrezza.

In contrasto a questo tipo di comportamento, si sta rafforzando sempre di più un approccio di consapevolezza e cura verso se stessi ed il proprio corpo, il “Body Positive”.

Il Body Positive è un movimento sociale moderno creato per mettere in evidenza corpi non convenzionali, solitamente mal rappresentati dai Media, e per promuovere un messaggio positivo dedicato a chi ha un corpo che non rientra nei canoni pre-definiti della “normalità”. Il movimento promuove l’accettazione di tutti i tipi di corpo a prescindere da taglia, etnia, genere o abilità fisica. L’obiettivo consiste nell’abbattere gli standard di bellezza e far riconoscere ad ogni corpo il proprio valore, dal momento che la bellezza è un costrutto sociale e pertanto non dovrebbe influenzare il valore del singolo individuo.

Per migliorare l’approccio con il proprio corpo e ridurre l’impatto della comunicazione nociva del Fat Talk si possono mettere in atto alcune strategie:

  1. Prestare attenzione al linguaggio che si usa per descrivere il proprio corpo e quello degli altri;
  2. Riconoscere il Fat Talk, prendendo consapevolezza dei momenti in cui lo si mette in atto;
  3. Cercare di non utilizzarlo! Quando si viene coinvolti in una conversazione che prevede commenti negativi sul corpo di qualcuno, non rispondere confermando quei commenti, ma chiedere piuttosto “Lo pensi davvero?” o “Perché ti senti così?”;
  4. Essere gentili con se stessi, riducendo i pensieri e i commenti negativi rivolti a sé, e imparando così ad accogliere ed apprezzare il proprio corpo.

Autore: Dott.ssa Alice Decker

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